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Gli sguardi ridenti delle donne di Marilena Rango

Figlia d’arte, architetto, ricca  di  un’esperienza  intellettuale  maturata  fra  due capitali  della  cultura  (Firenze  e  Napoli), Marilena Rango si propone come una artista animata  da una profonda passione per l’umanità e da una fiduciosa serenità,  la  cui  pittura si distingue per la delicatezza e purezza del dettato da una parte,  e  dal  forte  messaggio,  dall’ altra,  colto nello sguardo,  che ride, delle sue donne di diversi continenti e culture, connotato da un rigoroso ethos,  il  cui fulcro è la speranza di placare con l’ascolto il cuore inquieto dell’uomo.
Alle sue donne Marilena Rango affida il compito  di  farsi  custodi  e  messaggere di una fratellanza intima e pura, quasi una diuturna agape fraterna, da trasmettere  intatta  e  moltiplicata,   proprio  come  i  pani  di  Gesù,  a  tutti,  perché ognuno  rifletta  sulla  propria  essenza di uomo, la cui salvezza sta nel cogliere e coltivare  e  far propria, intridendosene, la bellezza, frammento di luce della vera e assoluta bellezza qual è la Luce creatrice di Dio.  Non  a  caso  la nostra artista ci fa  godere  del  pensiero  di  Giovanni Paolo II, proprio in apertura della sua bella mostra  Guardare  al  mondo  con  occhi  di donna, e di quello di Gauguin, con il quale  condivide  la  concezione  della  pittura  come  espressione   immediata  e  diretta  dei  contenuti interiori dell’ artista,  concludendo   il  suo tenero  e  vibrante itinerario con un inno alla Vergine, sublimazione della totalità della donna, traendolo  (e da chi se no?) da quell’ imperituro monumento dell’umanità in cammino qual è la Divina Commedia di Dante.
       Non  è  un  percorso  facile  quello  che  con  le  sue figure di donna ci offre Marilena Rango. È un percorso, al contrario,  che  c’induce a soffermarci e a riflettere, chiamandoci in causa, mentre c’incontriamo coi sorrisi pensosi,  smarriti,  enigmatici,  invitanti,  sereni,  rassicuranti  delle donne del mondo, di cui non si nasconde, si rivela, anzi, in tutta la sua realtà concreta, la dimensione domestica, esemplata nelle due tele dedicate al cibo. Marile-
na  Rango  non  esalta  e  non  denigra  la donna. La raffigura in tutta la possanza del suo sguardo, a cui affida il compito  di trasmetterci sensazioni, pensieri, persino parole di tenerezza. Ogni opera dell’uomo è autobiografica.  Così  Marilena  ci  dice  di  lei,  ci  presenta  la  sua  anima,  e  ci rivela i suoi sogni, stabili nel rigore dell’ethos, e cangianti,  tuttavia,  per  plasmarsi  alla  domanda  dell’altro,  a cui bisogna rispondere sempre nell’eterno colloquio degli sguardi e dei gesti e delle soppesate parole. Marilena Rango è  una scrittrice  delicatissima.  Sol che, invece della penna, usa il pennello, e dell’inchiostro,  troppo buio per i suoi gusti, i colori tersi e luminosi, con cui dipinge la vita del mondo, il cui  segreto è tutto nel seno della donna. Marilena Rango è una calligrafa. Dipinge, soffermandosi sul particolare, contornando le figure, indugiando sul contesto,armonizzando le parti diverse eppur così intramate nel cantare una sommessa canzone come per cullare con voce di madre e placare l’inquieto e, spesso, violento cuore dell’uomo.

Leonardo R. Alario
Direttore Museo Diocesano di Cassano Ionio (CS)

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